The Stone Roof Marble Tholos Tiles in the Sanctuary of Athena Pronaia at Delphi. Stereotomy and compression resistant forms in the domed roof structures of ancient Greece
Articolo
Data di Pubblicazione:
2022
Citazione:
(2022). The Stone Roof Marble Tholos Tiles in the Sanctuary of Athena Pronaia at Delphi. Stereotomy and compression resistant forms in the domed roof structures of ancient Greece [journal article - articolo]. In STRUCTURAL. Retrieved from https://hdl.handle.net/10446/235022
Abstract:
Questo articolo si accosta ad un tema di ricerca complesso e tuttora aperto a molteplici sviluppi qui semplicemente enunciati in una serie di puntuali e sintetizzate congetture. Il nostro proposito è quello di incontrare lungo questa strada di studio i contributi interdisciplinari che ci possano accompagnare
nell’entusiasmante dibattito ancora aperto su uno dei monumenti più significativi nella storia dell’architettura occidentale: la copertura in pietra della Tholos del Santuario di Atena Pronaia a Delfi.
Alla base di questo studio sta la considerazione che la “stereotomia”, cioè il taglio delle pietre per voltare strutture di grandi luci, non sia prerogativa esclusiva della Francia di Philibert de l’Orme, e neppure dei grandi maestri medievali delle Cattedrali gotiche nel Nord-Europa.
Fu invece una tecnologia fiorita nel mondo ellenico del V° e IV° secolo a.C., forse importata da precedenti egiziani, ma che non venne neppure importata nella tecnologia imperiale romana, votata allo studio portante delle grandi masse murarie e del potere legante dei calcestruzzi pozzolanici.
I ritrovamenti archeologici danno testimonianze storiche che confermano come tale tecnica fosse praticata dallo stesso Ictino nel Tempio di Apollo a Bassai (Pausania, K. Cooper), in analogia a quanto viene oggi considerato per lo stesso Partenone.
Significativi ritrovamenti novecenteschi delle “tegole” di Delfi (Jean Bousquet, Roux e Gottlob, Joko Ito) indicano il diffuso utilizzo di tale tecnologia, anche in altri templi circolari (Olimpia, Epidauro) e non solo.
Gli autori dell’articolo affrontano come caso di studio la dibattuta e irrisolta questione della copertura della Tholos delfica dedicata ad Athena Pronaia nel sito archeologico di Marmarià, scartando l‘ipotesi, già ampiamente indagata da altri, che la copertura fosse stata realizzata con capriate e sottostrutture lignee di supporto di cui peraltro non esistono riscontri. Si tratta di una ricerca qui solo enunciata che ha diversi obbiettivi oltre a quello primario di verificare l’equilibrio strutturale della volta totalmente realizzata con tegole di pietra del tutto simili a quelle conservate e catalogate tra i ritrovamenti del Museo di Delfi. Dalla ricostruzione della tegola originaria mediante il ripristino virtuale e su modelli fisici, analizzando le caratteristiche delle fratture e delle lacune dei reperti, è stato messo a punto un elemento strutturale di copertura, in grado di aggregarsi in un sistema spaziale reciproco, che prende la forma di una cupola costruita su un settore di calotta sferica con diametro all’estradosso di 800 dattili, circa 15 metri. L’indagine ha rivelato altri sentieri di ricerca altrettanto significativi e importanti che gli autori si riservano di approfondire in futuro: dalla matrice della geometria platonica che ha generato il concetto e la forma del progetto in studio, fino ad analizzare le probabili cause del collasso degli elementi considerati, anche in riferimento all’asportazione
di semplice funzione decorativa (acroteri, metope, gronde, ecc) certamente sottovalutando il determinante ruolo equilibrante del loro peso sull’intera struttura.
Tipologia CRIS:
1.1.01 Articoli/Saggi in rivista - Journal Articles/Essays
Elenco autori:
Pizzigoni, Attilio; Beatini, Valentina; Paris, Vittorio
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