Per una pluralità degli studi superiori

Nel prodotto si discute la necessità per il nostro paese, come avviene in tutto il mondo, di non considerare come studi superiori solamente quelli universitari. L’autore sostiene che si tratta di una sfida non rinviabile se veramente vogliamo qualificare al meglio tutti i membri di ogni generazione. Altrimenti continueremo a trasmettere un’istruzione superiore autoreferenziale buona solo a moltiplicare se stessa e non pensata per il bene della società. La via d’uscita è ravvisata nell’ottimizzazione dei modelli in campo, senza arroccarsi in un’unica strategia di azione come finora si è fatto. Significa: a) impegnarsi per una pluralità degli studi superiori; b) intendere il sapere in sé come verità e lògos e non ‘per qualcosa e per qualcuno’ e organizzare percorsi scelti da chi ami e voglia giungere all’eccellenza di competenze professionali specifiche; c) organizzare una formazione professionale superiore non universitaria, apprezzata socialmente, di prestigio culturale e frequentata da un numero di giovani pressoché pari a quello dell’istruzione superiore universitaria.