Data di Pubblicazione:
2015
Abstract:
Archeologo, germanista, filologo, critico letterario, poeta, traduttore e, soprattutto, mitologo: il profilo intellettuale di Furio Jesi sfugge a qualsiasi tentativo di catalogazione. Malgrado la prematura scomparsa, Jesi ci ha lasciato una produzione che si distingue tanto per la radicalità del pensiero che per la varietà di interessi. Anzitutto l’archeologia, dove già si ritrovano frequenti ricorsi alla documentazione letteraria e, soprattutto, alla mitologia (esemplare l’articolo del 1958 dedicato alle "connessioni archetipiche"). Evoluzione naturale di questi primi studi è l’attenzione crescente nei confronti dell’influsso della mitologia entro l'ambito letterario moderno: da Novalis a E. Pound, passando per Rilke e Pavese (Letteratura e mito, 1968). La sua indagine procede attraverso l'individuazione di temi rivelatori dell'orientamento spirituale del singolo scrittore, quali, ad esempio, la morte, il sacrificio, la festa, la magia, fino alla ricostruzione complessiva delle mitologie etico-politiche dominanti in un determinato contesto culturale, come nel volume Germania segreta. Miti nella cultura tedesca del Novecento (1979). Lo spirito irrequieto di Jesi si spinge, inoltre, fino alla sperimentazione poetica e narrativa (al 1970 risale il romanzo L'ultima notte, mentre del 1972 è la raccolta di liriche L’esilio) e il dialogo, conservato nelle monografie ad essi dedicate, con i filosofi (Rousseau, Pascal, Kierkegaard) e gli scrittori (Rilke, Brecht, Mann) che hanno influenzato la sua forma mentis e la sua sensibilità letteraria.
Al centro delle riflessioni di Jesi troviamo i concetti di «mito tecnicizzato» e di «macchina mitologica». Rielaborando e mettendo in discussione alcune considerazioni del suo “maestro”, il mitologo e storico delle religioni K. Kerényi, lo studioso torinese ha affrontato i materiali mitologici da un punto di vista epistemologico e nello stesso tempo politico, cercando di mettere il luce il funzionamento e la sopravvivenza di questi materiali nell’attualità.
Attenzione peculiare viene rivolta alla cultura di destra, le cui modalità comunicative sono definite da Jesi, riprendendo una formula di Spengler, «il linguaggio delle idee senza parole», e della quale sono posti in evidenza ed esaminati i principali nuclei tematici: l’esaltazione del sacrificio estremo così come di una gerarchia razziale o spirituale, il culto della morte e la simbologia funeraria, l’attrazione verso l’esoterismo e l'occultismo.
In una realtà contemporanea che vede tornare prepotentemente d’attualità temi quali il rapporto tra cultura e potere e la manipolazione della memoria collettiva attraverso i media, l’approccio analitico di Jesi rappresenta ancora un valido strumento per comprendere l’evoluzione della nostra società e della sua coscienza culturale.
Le dinamiche di tecnicizzazione del mito risultano, infatti, tuttora attive trasversalmente tanto nei paesi in via di sviluppo quanto nelle più progredite democrazie occidentali: ne è chiara testimonianza l’aumento inquietante delle manifestazioni di rivendicazione politica, i cui promotori inneggiano a sedicenti tradizioni perdute, rafforzando le proprie argomentazioni con slogan e simbologie propagandistici.
Ci si propone pertanto di studiare analiticamente testi letterari moderni e contemporanei, che appaiano emblematici allo scopo di contribuire a completare il quadro evolutivo della macchina mitologica iniziato da Furio Jesi. L’attenzione può essere rivolta anche a opere del periodo antecedente all’oggetto delle ricerche di Jesi, al fine di ampliare ulteriormente le prospettive d’analisi.
Tipologia CRIS:
1.6.01 Curatele - Edited books
Elenco autori:
Visinoni, Alessandra Elisa; Ferrari, Riccardo; Tabacchini, Marco
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